Credo che si sia capito che uno dei miei ingredienti preferiti sia la ‘nduja e nella ricetta di oggi la ho unita ad un altro ingrediente che, volente o nolente, è diventato il mio migliore amico da quasi due anni, ossi da quando mi hanno diagnosticato la celiachia: il riso.
In questo blog ricette col riso ce ne sono abbastanza, tanto da avergli dedicato una sezione in evidenza in homepage, ma avrete notato che di risotti ce ne sono pochi. Non ne ho questa grande conoscenza, non sono milanese né settentrionale dove il risotto te lo insegnano da bambina, e diciamo che a casa mia il riso non si mangiava molto spesso se non come sciacquapanza se si stava poco bene. Riso in bianco, o col filo di olio extravergine di oliva e parmigiano oggi sono invece i miei alleati e spesso li desidero, ma il risotto no, non rientra nemmeno nei miei desideri.
Però ogni tanto me lo concedo e quando lo faccio, cerco di essere quanto più originale possibile, negli ingredienti quantomeno. Anche preparare un risotto semplice, che so, allo zafferano, per me è una novità. Sono più pratica nella cucina etnica che in un risotto alla milanese insomma, con buona pace di Vittoria che ama il “riso giallo” sopra ogni cosa.
E così quando Riso Vignola mi ha proposto una collaborazione, ho pensato che per me fosse una buonissima occasione per impratichirmi col riso. In verità il pacco che mi hanno inviato, che ho chiesto rigorosamente fosse tutto a sorpresa, come fosse la Mistery Box di Masterchef, contiene una varietà grande di risi che sì, mi faranno fare pratica anche con i risotti, ma mi permetteranno ancora di viaggiare in giro per il mondo in un piatto.
Ho voluto iniziare questa serie di ricette per Riso Vignola dunque proprio con il mio tallone di Achille, il risotto, utilizzando il riso Carnaroli.
E ci ho aggiunto quel tocco di diversità che mi fa sentire meno in colpa laddove dovessi aver toccato un qualche mostro sacro o caposaldo dei risotti per eccellenza.
Ho scelto di utilizzare la nduja, per me confortante, ed un ingrediente che di solito uso poco, perché ha quella consistenza borderline che lo avvicina alla ricotta che io non mangio, ossia la burrata. La base di questo risotto è quello alla parmigiana senza Beur Blanc però. In fase finale di cottura ho aggiunto tanta nduja quanto bastava a far cambiare colore al riso, e tanta quanta il mio palato ne tollera, e a decorazione del piatto la stracciatella di burrata che col calore del riso si scioglie. E’ per questo motivo che la quantità di nduja che ho indicato nell’elenco ingredienti è assolutamente relativa e potete aggiungerla a sentimento.
Non sono solita suonarmela e cantarmela da sola ma devo dire che dopo aver assaggiato questo risotto mi sono fatta gli applausi da sola. La consistenza era morbida e cremosa come la desideravo.
1 Comments
Luisa
19 Aprile 2021 at 10:02
E che dirti, ci tufferei la forchetta!