Vi avevo già parlato del colpo di fulmine vero e proprio che ho avuto quando ho deciso un giorno di ritagliarmi del tempo e sfogliare il blog di Sonia Peronaci. Vi ricordate quando vi scrissi che avevo inserito una lunghissima lista di ricette tra i preferiti del mio Mac? Se la prima con cui ho inaugurato le “copie” del suo blog è stata la frittata arrotolata con speck e crescenza, la seconda che la ha seguita è stata questa.
Semplicissimo salmone scottato accompagnato dal riso più buono che ho mangiato in vita mia. Mai mi ero avvicinata alla preparazione di un riso Pilaf. Mai quindi avevo pensato ad un pilaf col latte di cocco. Ve lo giuro, avevo gli occhi a cuoricino come una qualsiasi Manga che si rispetti. Me ne sono innamorata tant’è vero che la prima cosa che ho fatto è stata chiedere alla nutrizionista se, con dosi minori di latte di cocco, avessi potuto considerare questo pilaf come piatto dietetico. La risposta è stata un clamoroso sì, e così lo ho rifatto diverse altre volte.
Il pilaf è un metodo di cottura del riso che consente di avere alla fine un riso cotto a chicchi sgranati. La parola è turca, Pilâv, e deriva dal persiano Pilau, che si traduce con “riso lesso”. Siccome però si utilizza prevalentemente il riso Basmati per la preparazione di un Pilaf, è chiara forse l’origine indiana della preparazione.
Si rosola in poco olio della cipolla steccata con chiodi di garofano, anice stellato e cannella, si aggiunge il riso, lavato 3 volte, facendolo saltare qualche minuto e per ultima si aggiunge una quantità d’acqua specifica in base alla quantità di riso e si prosegue la cottura col coperchio, senza MAI girare il riso.
Sia in India che nei paesi del Medioriente, così come in Turchia, il riso Pilaf è servito come contorno a piatti di carne o pesce, e così è nel mio caso, in cui lo ho servito in accompagnamento al salmone scottato.
Per la cottura pilaf del riso si utilizza lo stratagemma della cipolla steccata col chiodo di garofano. Mi sono trovata sorpresa a vedere che sia una tecnica tipica del Pilaf, ma che conoscevo già bene perché mia nonna prima e mia mamma poi, utilizzano lo stesso sistema per cuocere il brodo di carne, steccando una cipolla con chiodi di garofano (sicuramente un paio soltanto) al fine di profumare il brodo e il lesso. Premettendo che a me il lesso non piace, quando al brodo veniva aggiunta la cipolla steccata, mi piaceva anche meno. Invece qui, il chiodo di garofano, ci sta benissimo, ed è insostituibile. Parola di un palato strano come il mio.