Sono qui in sala seduta al Mac, aspetto che l’impasto delle ciabattine di pane torni a temperatura ambiente dopo la lunga lievitazione in frigo della notte appena trascorsa. Il sole entra dalla parete di vetro e invade tutta la stanza, i cani russano sazi dopo il pasto delle 6 del mattino, fuori c’è ancora qualche residuo della tramontana che nei due giorni scorsi qui ha fatto bei danni e il forno è acceso. Ci impiegherà probabilmente la stessa intera ora che occorre ai pani per arrivare anch’esso a temperatura.
E già che aspetto, mi sforzo a ritrovare quella voglia di scrivere che ho già riperduto, dopo nemmeno un mese che mi era tornata. Eppure devo farmela tornare per forza, sono stata scelta insieme ad altre 11 colleghe anche dalla press agent di Angelo Parodi, per far parte del team blogger, devo ancora pubblicare altre ricette per Rizzoli Emanuelli, e inoltre abbiamo in corso delle iniziative con il gruppo delle Pie Donne… insomma, le mie pause in questo preciso momento storico mio e del blog, non sono contemplate.
A volte mi chiedo se valga davvero la pena continuare ad averlo, il blog. E lo mantengo solo ed unicamente perché, lontano da qualsiasi velleità divulgativa e di istruzione (la palla me la misuro, non sono maestra di niente, tuttalpiù bidella) il mio blog non è altro che la versione moderna di quell’agenda di mia nonna dove erano appuntate tutte le sue ricette, e che mia madre ha buttato via.
Inizialmente partita proprio da quelle sue ricette, ho finito per farlo diventare uno Zibaldone (che non me ne voglia Elena Broglia che proprio così ha chiamato il proprio blog) dove ho inserito la qualsiasi. Dai tentativi di cucina etnica, da quella precisa a quella alla come mi pare a me, ai piatti dei miei momenti light e ai troiai confortanti, e senza accorgermene sono arrivata a un totale di quasi 400 ricette. Che faccio, ci rinuncio? Giammai, fosse solo per il discreto mazzo che mi sono fatta in questi 6 anni, i primi due dei quali sono stati da me considerati un po’ all’acqua di rose. Corsi di fotografia, almeno 4 cambi di look del blog, il rifacimento di DiVerdeDiViola prima dell’hackeraggio e la cura costante che do a Profumo di Limoni… insomma, così come mi farò tornare la voglia di scrivere, così mi farò passare la pecondria che ho e che me lo vorrebbe far chiudere.
Ora mi direte, che c’azzecca sto papiello col salmone speziato e i ceci? Assolutamente niente. Anzi non vi so dire nemmeno dove collocare storicamente questo piatto, se non nella sezione “gola”. Non è leggero, non affrontavo una dieta quando lo ho preparato, ricordo solo di essermene innamorata sfogliando una delle ultime riviste dell’Esselunga, e di averlo appuntato per rifarlo “poi”.
Quel poi è arrivato un paio di settimane fa. Complice una “gita” al Pewex Olgiata insieme a Cristiana, dove ho trovato le carote col ciuffo, con cui volevo fare le Camille (ma poi ve la racconto altrove), tornata a casa ho guardato impietosita in frigorifero quel cavolfiore che chiedeva pietà e mi sono decisa. I ceci sono da barattolo (qui sotto nei related posts trovate anche le meringhe da fare con l’acqua faba).
Poco condimento, molte spezie, un tocco di freschezza dato dallo yogurt, e servirete un piatto completo e saziante.
P.s. Ora vado ad infornare la prima teglia di ciabattine, l’ora è trascorsa, e il forno della sciccheria dovrebbe essere pronto 😉
6 Comments
Luisa
25 Febbraio 2019 at 14:12
Vale, ma che idea ti viene, di chiudere il blog? Ma non fare sciocchezze! Per quanto mi riguarda, sei un punto fermo, l’approdo sicuro quando voglio farmi felice (sarà il tuo cognome? Ahah che battuta squallida).
Ti abbraccio
Pellegrina
25 Febbraio 2019 at 19:41
Sei matta? Io adoro leggerti anche se tante tue ricette sono per me impossibili, proprio per quell’aria da agenda di cui tu parli le per la cura grafica che rende il blog e le ricette allegri e ariosi a vedersi.
Anche se ometterei di corsa il curry che per me è veleno, mentre nulla ho contro il bistrattato coriandolo, e se all’Ikea non compro nemmeno un tovagliolo di carta, questa ricetta la rifarò di certo.
In attesa di altre, specie delle Pie donne che mi fanno venire l’acquolina in bocca!
Valentina
25 Febbraio 2019 at 20:56
Sei sempre molto cara nei miei confronti. Per le Pie Donne aspettati una cosa che tu dici che non sai fare ma che ti piace veder fatta da me… Risolvi la sciarada 🙂
Pellegrina
26 Febbraio 2019 at 1:00
Ovvio: fritto!!!
Anche se una pie fritta è un busillis.
Pellegrina
26 Febbraio 2019 at 21:09
Ma è buonissimo, l’ho fatto per cena, ricco e leggero insieme, mi è piaciuto molto.
L’ho fatto senza peperoncino e senza curry rosso perché non posso mangiarli, pero’ il tutto è buono, facile da preparare e replicabile sotto diverse latitudini con ingredienti facilmente reperibili.
Valentina
27 Febbraio 2019 at 7:56
Mi fa piacere 🙂