Per quanto amo il tè (più che altro le tisane) non ho mai sentito l’esigenza, tutta inglese, di celebrarlo con mangiarini di ogni genere e sorta. Vuoi che da dove vengo io, il tè è considerato uno sciacquapanza, o qualcosa che si beve quando si sta male con lo stomaco o la pancia per l’appunto, proprio per questa caratteristica “curativa” di problemi intestinali e digestivi, ho sempre pensato che fosse un controsenso accompagnarlo con cose da mangiare.
Esiste un’ampia letteratura al riguardo del rituale del tè in Inghilterra, che lo vede accompagnato da cose dolci e salate (le fette biscottate fanno parte solo della tradizione ospedaliera italiana), tra cui spiccano i tramezzini. Ma attenzione, non quelli che piacciono a me e che non ho mai fatto mistero di adorare (i miei preferiti li trovate cliccando qui), quanto piccoli finger con il cetriolo e formaggio spalmabile. Il cetriolo: una cosa terrificante (tranne che nello tzatziki dove guai a non mettercelo).
Ad ogni modo, quando nella Degustabox di Gennaio ho trovato una intera confezione di tè Lipton, ho pensato di approfittarne e preparare per la prima volta gli scones, dei biscotti morbidi da tagliare a metà come un panino, e farcire con clotted cream (una panna addensata in forno con operazioni lunghissime che, perdonatemi, ma non ho proprio voglia di mettermi a fare. In Inghilterra la vendono bell’e fatta, io sto in Italia e uso la panna spray della bomboletta che è buona uguale) e confettura di lamponi, quella color rubino, con dentro i semini, che io adoro.
Ho seguito la ricetta di Simona Mirto, autrice di Tavolartegusto, e mi sono venuti bene, forse un po’ rustici, ma buonissimi, e ieri pomeriggio li ho portati a casa del mio amico Marco, per un pomeriggio di chiacchiere e dolcetti.
Da assoluta principiante del mondo dei dolci, io gli scones non sapevo proprio cosa fossero. Quando andavo a fare lezioni da mia zia Clelia che aveva comprato un’apparecchiatura firmata Disney per imparare l’inglese da piccoli, con i primi volumi interattivi tipo il Sapientino, Jack and Jill, i protagonisti del percorso educativo, invitarono a Londra tale Tim dall’America. Tim diceva Hi e non Hello, e all’ora del tè, preferiva cookies e niente scones. Fino a qualche anno fa per me gli scones erano dei dolci che avevo visto solo disegnati su quei volumi (accompagnati dalla mano tesa di Tim che li “respingeva”). Non mi ero interessata a capire di che cosa si trattasse, proprio non me ne fregava (e non me ne frega niente) di approfondire nomi e tipologie di dolci.
Mi sono persa invece per tanti anni un dolcino delizioso, tutto sommato facile e veloce da preparare e da mangiare anche senza per forza berci insieme una tazza di tè.