Dal lockdown in poi, siccome la televisione era la mia unica amica tra una settimana enigmistica ed un puzzle, mi sono abbonata, a volte smezzando gli abbonamenti con Roberto altri a mio esclusivo appannaggio, a qualsiasi tipo di applicazione e piattaforma per la Smart Tv. Disney Plus, Dplay che poi è diventato Discovery, Rakuten, Netflix, Amazon prime Video, RaiPlay, Infinity, Tim Vision. E poi vabbeh ho SkyQ perché nelle mie lande il digitale terrestre dati gli alberi non arriva (Alessandro, ti autorizzo a sfottermi).
Avrei potuto disdirne qualcuno ma a volte mi piace perdermi per pomeriggi interi a guardare serie complete, come quella che sto guardando attualmente, Virgin River, o altre che nel frattempo mi ha consigliato Lucia come L’estate che imparammo a volare. E così i miei abbonamenti sono ancora tutti là, mi basta premere il tasto microfono del telecomando e pronunciare quello che mi andrebbe di vedere e fa tutto la tv. Oltre ai programmi trash poi, guardo spesso i programmi di cucina. Benedetta Rossi non la tradirei mai, ma a parte un nuovo programma sulla cucina pugliese con una tizia che ancora non ho capito se mi sta simpatica o meno, ma cucina cose molto buone a mio parere, è arrivato su Discovery il programma di Csaba che è strettamente connesso al suo nuovo libro.
Definirlo libro è riduttivo, quando lo tiene in mano sembra la Bibbia per quanto è grande. Le pagine patinate poi lo rendono di sicuro pesantissimo, e questa sensazione è accentuata dai suoi polsi secchi. Ad ogni buon conto, il libro si chiama The Modern Cook, e per farvela breve ha in sé tutte ricette che includono ingredienti belli e fatti che tutti, diciamocelo in segreto tra noi, utilizziamo. Basta fingere che siamo tutte lì pronte con i marmi freddi a fare le pieghe ogni 30 minuti e a stendere il burro a lamine per fare la pasta sfoglia. Esiste la Buitoni (o la Exquisa, o la Vallé, ecc.) nel banco frigo, fa la sua porca figura, e la usiamo tutti, Csaba inclusa.
Il pancarrè é un’altro di questi ingredienti. Mi direte, lo hai fatto pure tu; sissignore ma io ho un blog, lo ho preparato, fotografato, una volta sola e ciao core, poi lo compro. Sempre. Vi vorrei proprio vedere che ogni volta per fare un fetente di toast, fate il pane in cassetta con lo stampo fattapposta. Seeeee.
Avevo preparato queste sfogliatine con le patate biologiche di montagna di Del Fosco, ma stavo cincischiando (termine tecnico per dire che ero indecisa sul da farsi) per pubblicarle. Ok durante il lockdown, che ogni cosa che trovavo al supermercato era grasso che colava e potevo utilizzarla, ma le solite cachesse che ti giudicano perché la sfoglia non la hai fatta tu, ci sono sempre dietro l’angolo. Però dopo le varie creazioni di Csaba, ho deciso che era ora di condividerle con voi.
Sono velocissime da fare, basta prelessare le patate, tagliarle a fettine, e sistemarle su rettangolini di pasta sfoglia, al centro, leggermente sovrapposte, condite come più vi piace e perciò altamente personalizzabili, lasciando una sorta di cornice tutto intorno che crescerà durante la cottura in forno, creando le camere d’aria interne tipiche della pasta sfoglia, appunto.
Io le ho semplicemente condite con una spennellata di olio aromatizzato al rosmarino, sale in fiocchi e pepe nero macinato grosso che mi era stato omaggiato da Ubena.