I famosissimi spaghetti alla carrettiera nascono in Sicilia nei primi del ‘900.
Si tratta di una ricetta povera e gustosa “escogitata” proprio dai carrettieri, persone che svolgevano un mestiere scomparso già nel dopoguerra, a causa dello sviluppo dei trasporti a motore. I carrettieri trasportavano sui loro carri trainati da asini o cavalli, merce per conto terzi o persone in cambio di qualche soldo.
All’epoca i trasporti conto terzi erano un lavoro poco remunerativo: capitava che un carrettiere con un carico merce per conto di un contadino non ricevesse denaro, ma piuttosto patate e acciughe salate. Di solito un carrettiere partiva nel tardo pomeriggio e viaggiava di notte, anche per evitare il caldo dell’estate siciliana.
Spesso si aggregavano più carri in piccole carovane, altre volte si viaggiava in solitudine. Quando carrettiere e cavallo dovevano riposare o mangiare qualcosa, gli scarsi denari non permettevano certo di fermarsi nelle osterie, perciò il pasto consisteva in una ricetta con ingredienti portati da casa: pasta (utile a riempire lo stomaco), un pentolino, aglio secco, sale, una scodella, una boccetta d’olio, pane secco e una grattugia. Qualche erba aromatica la si rubacchiava o la si trovava spontanea sui bordi della strada.
Fu da questa frugalità obbligata che nacquero gli spaghetti alla carrettiera che negli anni hanno subito diverse varianti con aggiunta di pomodori pelati o pecorino e che la cucina romana propone con aggiunta di funghi, sia freschi che essiccati e rinvenuti in acqua bollente e ventresca di tonno.
Gli spaghetti alla carrettiera sono un piatto di altri tempi, uno di quei piatti poveri fatto con elementi semplici e talvolta, di avanzi. Il pan grattato, o le briciole avanzate, e le alici, o acciughe, erano un elemento alla portata soprattutto del popolo. Totò, al secolo Antonio De Curtis, volle a suo tempo tramandare una ricetta successivamente riportata nel libro di ricette della figlia Liliana, Fegato qua, Fegato là, fegato fritto e Baccalà, in cui spiega il procedimento di un piatto tradizionale della cultura napoletana e altrettanto squisito, gli Spaghetti alla Gennaro, molto simili per ingredienti e procedimento a quelli che vengono chiamati “spaghetti alla carrettiera”.
La versione di oggi è quella romana, ovviamente, con ventresca di tonno e salsa di pomodoro.
Per la versione siciliana, vi consiglio i link di due colleghi foodblogger, Corrado il cui articolo potete leggere qui, e Ada, il cui articolo trovate a questo link, che ci propone una versione con capperi ed olive nere.