Sarò sincera, la carne rossa non l’ho mai saputa cuocere. Non la mangio praticamente mai, non mi piace e ho scoperto da qualche tempo di non avere l’enzima che me la fa digerire. E così le rarissime volte che la cucino per la mia famiglia, finisco per essere terribilmente monotona.
Quando non è alla brace, è uno spezzatino, o il lesso per il brodo, che in inverno mi preparo una volta a settimana ma non sempre lo mangio o un misto carni nel ragù napoletano. E nulla più. E per queste preparazioni mi avvalgo o della slowcooker o della mia fedele amica Instant Pot. La Instant Pot la uso sia per il brodo di lesso, sia per lo spezzatino. In una cottura veloce e concentrata di 1 ora, ottengo carni che si sciolgono letteralmente in bocca.
Il problema, con lo spezzatino, è fondamentalmente uno, ossia se la cottura a pressione di un’ora rende la carne tenerissima, allo stesso tempo sfragna (termine tecnico di noi cucinieri) irrimediabilmente qualsiasi contorno io decida di cuocerci insieme, sia come contorno appunto, sia come insaporitori delle carni stesse. Aggiungo i piselli? Ne resta qualche buccia, il resto è purea. Idem per le carote. Le cipolle non pervenute anche se ne aggiungo una rete intera, si sciolgono. Le patate non ne parliamo proprio.
Fino a che ho utilizzato delle patate speciali, che mi sono state regalate dall’Azienza Agricola Biologica Del Fosco, enormi patate sode dalla consistenza, una volta cotte, che non riesco a descrivervi. Sono innanzitutto le famose “patate vecchie”, quelle di montagna, quelle che sono coperte da quel sano strato di terra, che restano compatte e perfette anche con una stracottura, e che si possono mangiare anche così, tal quali, lessate e spellate, senza bisogno di aggiungere olio e nemmeno sale. Le patate che ho cercato per tutta la vita per riuscire a preparare anche io finalmente gli gnocchi.
La stessa azienda mi ha omaggiata anche di qualche chilo di cipolle dorate, perché quando ho commentato un loro scatto su Instagram, ho detto che amo l’unione patate e cipolle, soprattutto per preparare una zuppa, le patate attappate, che era il cavallo di battaglia di mia nonna. Ho sul blog ricetta e foto, ma con i nuovi prodotti di Del Fosco Bio, procederò a breve ad un restyling fotografico, per corredare la ricetta del cuore, di fotografie degne.
Prima di allora io utilizzavo patate del supermercato, di marche più o meno note, ma nulla che mi avesse mai soddisfatta, anzi, erano più le imprecazioni perché quando più avevo bisogno di fare una bella figura o di avere una bella riuscita di questo o quel piatto, ecco che cacciavano l’acqua, con risultati visivamente discutibili.
Ad ogni modo in fotografia potete vedere con i vostri occhi il risultato di ben 1 ora (e quindici minuti!) di cottura di queste patate insieme al mio spezzatino classico, a cui ho aggiunto sale, un cucchiaio di concentrato di pomodoro, 3 cipolle affettate (e che come vi ho detto, si sono sciolte), una foglia di alloro e una generosa quantità di olio. Quest’è tutto. Quando i prodotti sono buoni, non avete bisogno di arzigogoli od insaporitori. Anche le “spezie” si possono ridurre.
Chiaramente sono consapevole, come vi ho già detto in qualche altro post, che fotografare la carne è un vero suicidio, per i foodphotographers. Il confine dal fotografare uno spezzatino ad una vassoiata di sterco è sottile. E devo dire che non è che io sia particolarmente soddisfatta dell’aspetto della carne, però le persone a cui ho sottoposto la fotografia, per un giudizio critico e sincero, hanno detto che è appetitosissimo ed invita all’assaggio, anche attraverso lo schermo. Voi che dite? Passo la prova fotografica?
Le patate di sicuro, il sapore assolutamente sì. E la carne, beh dovete fidarvi di me: si scioglieva in bocca. Il segreto? Non prendere pezzi di carne troppo magra, anzi, vi dirò, più ha del grasso intorno e delle marezzature interne, meglio viene, sia per lo spezzatino, che per il muscolo da acquistare per preparare il brodo di lesso.
1 Comments
Luisa Sorrentino
11 Marzo 2021 at 7:50
Che ti devo dire… prima di leggere qui, ho commentato su Ig e, guarda caso, ho scritto proprio che fa venir voglia di mangiarne!