Anche se ho dovuto ammettere con la mia amica virtuale Paola Lena che in effetti i semi di papavero sanno di stantìo, e conferiscono a qualsiasi preparazione in cui li si usi quel sentore di vecchio, a me però piace usarli, con discrezione e moderazione, soprattutto a mo’ di decorazione di alcune cose.
E’ il caso del pane, e queste spirali ne sono la dimostrazione. Addirittura ho usato un mix di semi di papavero nero e papavero bianco, quasi introvabili almeno in Italia, in dosi non uguali perché del bianco avevo davvero una rimanenza, avendolo usato per il Nān-e Barbari.
Queste spirali non hanno in effetti nulla di particolare, si tratta di un impasto classico, col lievito di birra, per ottenere panini altrettanto classici. Ma dovevo usare lo stampo a spirale firmato da Paul Hollywood acquistato nei mesi passati e dimenticato in un cassetto. E così ho preparato questi panini particolari in una delle serate Gianluca’s che si svolgono a casa mia quando si ha voglia di una qualche “porconata”.
Con lo stesso impasto potete creare pani interi, trecce, panini, spighette, rosette, di ogni forma e foggia, usate la vostra fantasia. Poi preparare il pane in inverno, checché se ne dica, è una pratica veloce, perché l’aria secca e calda data dai termosifoni accesi a tutta callara, come diciamo a Roma, aiuta la lievitazione, accelerandola. Sì, lo so, anche d’estate lievita velocemente il pane, ma ora ditemi: preferite accendere il forno in estate o in inverno?
Devo essere sincera e onesta anzitutto con me stessa. Avevo preparato questi panini per una sfida del Recipe-tionist di Flavia dei mesi passati, dando una forma differente a una treccia di pane impasto base di una ex amica.
Per diverse ragioni, tempo che mi mancava totalmente assorbita a fare altro, mancanza di ispirazione per scrivere un papiello iniziale, e sostanzialmente la sensazione che il rapporto con determinate persone si stesse incrinando, all’epoca avevo deciso di non pubblicare la ricetta. Perlomeno di non pubblicarla dedicando il lavoro fatto per creare questi panini che ho adorato e adoro, per gusto e forma, a una persona che, ad oggi, direi che non li meritava.
Perché, sapete, quando qualcuno si professa tuo amico, e poi alla prima occasione ti accomuna ad altre persone dandoti della pecora… o quando questo qualcuno ti giudica in base al fatto che tu ci tieni alle fotografie, dicendo che “manchi di spirito di gruppo” o che tenere tanto a un premio fotografico “aggiunge malevola competizione” ad un giochino, e che svilisce chi fa foto di merda (sissignore, fate foto di merda, e no, non è un vanto, è una scusa per rimanere sempre delle mediocri blogger autocelebrative)… Ebbene, quando ti fermi a riflettere chi diamine sia questo qualcuno, ti trovi a ringraziare la tua intelligenza e il tuo sesto senso quando poi sta gente qui la si perde. Figuriamoci quando proprio queste persone magari ti taggano in un post di un dolce da colazione solo per dirti quanto gli ha fatto schifo il mare e il litorale dove tu vai in vacanza.
Questa è stata l’origine di queste spirali, nate per caso in un momento di gioco, ma che per fortuna ho deciso di pubblicare senza contaminazioni di sorta, e senza dediche immeritate.