Ve la ricordate la mia ultima gita al mercato dei ricchi di Ponte Milvio? Ve ne avevo parlato nel post della Lasagna al Radicchio tardivo. Ebbene, quel giorno presi anche 5 carciofi, e questa torta salata, salvata da un vecchissimo numero di Donna Moderna, è stata la fine che gli ho fatto fare.
Io adoro i carciofi, e li mangio nonostante a me che sono una colitica cronica, procurino oltre che i fastidi che ha chiunque li mangi, anche delle vere e proprie coliche addominali. Eppure, consapevole del rischio che corro, dai carciofi sono sempre, irrimediabilmente, attratta.
Siamo in pieno periodo di carciofi, qui non c’è la moda di arrostirli, ma se vivessi in Campania, questo è il periodo in cui uscirei, ogni giorno, soprattutto i weekend, avvolta da quel profumo di carbonella, di bracieri ardenti, su cui vengono arrostiti centinaia di carciofi, ripieni di aglietto fresco, di prezzemolo, olio a fiumi e peperoncino per i più audaci.
Li sogno, li bramo, li desidero, lo scorso anno ho anche provato a farmeli da sola, nel Weber in giardino, con un discreto risultato, ma quest’anno mi sono attrezzata. La scorsa settimana mi è arrivata la “fornacella” napoletana, bassa, che mi costringerà a stare seduta su un ciocco di pino che ho preso in campagna a Tarquinia, con il piccolo sportellino davanti per fare entrare aria, e inizierò a breve la mia stagione dei carciofi arrostiti.
I carciofi arrostiti più buoni della mia vita li preparava zia Rosettella, la cugina di mia nonna. Nel post che scrissi lo scorso anno di questo periodo, così la descrivevo:
Mia nonna aveva delle cugine, mai sposate, “signorine”, e la zia Rosettella era l’addetta alla cottura dei carciofi. Considerando che le fornacelle, perlomeno quelle ad uso domestico, le producevano probabilmente per i nani, per non stare chinata a 90 gradi tutto il tempo, zia Rosettella sedeva su una seggiola vicina alla fornacella, e girava i carciofi di mezzo giro ogni tot tempo, per essere certa di ottenere una cottura omogenea, e li insaporiva man mano, con un po’ di aglietto fresco in più, o un po’ di prezzemolo, una rabboccatina d’olio e una pizzicatina di sale.
I primi carciofi del 2019 però, li ho voluti utilizzare per preparare questo strudel, che dello strudel per antonomasia non ha assolutamente nulla, a partire dall’involucro, pasta sfoglia nel mio caso e pasta brisé come si legge sulla ricetta di Donna Moderna a cui mi sono ispirata (ahahahah l’ho copiata, ma ora si dice così).
Di recente mi è presa una fissazione, che poi dire che è una cosa recente non corrisponde propriamente al vero. Ho sempre tenuta repressa una mia vena creativa per nulla trascurabile, ma per tutta la vita, quando ho provato a fare qualcosa di creativo, gli sguardi ricevuti erano sempre quelli di commiserazione piuttosto che di stupore o contentezza. E così ho sempre relegato all’ambito “cazzate” quelle che in verità sono sempre state le mie inclinazioni più forti. Avrei, ad esempi, fosse dipeso da me, intrapreso strade diverse, a partire dagli studi.Il mio desiderio? L’artistico. Volevo andare a imparare la ceramica e la pittura su ceramica, sulla Costiera Amalfitana. Niente da fare. Ho studiato tutt’altro, materie umanistiche, laureata in lingue a Lettere e Filosofia, ma ogni tanto l’estro scappa fuori.
Tra le mie ricerche su pinterest, oltre ad ispirazioni per le fotografie del blog, cerco sempre lavoretti da fare con le pietre (raccolgo piccoli sassolini da anni durante i miei weekend al mare), piccole, ovali e molto piatte, o i lavori fatti con piccole striscioline di carta sapientemente arrotolate e unite insieme. Quest’ultima tecnica prende il nome di Quilling. Ed è alla moda del Quilling che, utilizzando i ritagli della pasta sfoglia, ho creato una decorazione “primaverile” sulla superficie del mio strudel di carciofi.
Il ripieno è molto semplice, robiola, parmigiano, pepe, prezzemolo, uova e carciofi precedentemente cotti in padella (i tempi di cottura dei carciofi sono infinitamente più lunghi di quelli di una pasta sfoglia in forno), quindi nulla di trascendentale, ingredienti appunto reperibilissimi, e in poche mosse, con la sfoglia o brisé acquistata (fate come volete eh, in questo caso era compera pure la mia) servirete sulla vostra tavola un piatto ricco e da re.
Quando ho preparato questo strudel, o meglio, quando lo ho preparato per fotografarlo ed inserirlo sul blog (in verità lo preparo da anni ma mai avrei pensato di metterlo sul blog, data la sua facilità di esecuzione), Federica Bertuzzi se ne è innamorata e gli ha voluto dare una chance la sera stessa. Le ho scritto in un riassunto su Whatsapp ingredienti e procedimento, e la sera ho ricevuto una grandissima emozione a sapere che sia lei che suo marito Alberto avevano gradito.
E Alberto ha gradito al punto tale che, la settimana successiva, lo ha rifatto. Il messaggio che ho ricevuto da Federica, e per il quale ancora rido, recitava: “Il tuo strudel è rimasto vegetariano per una settimana sola. Oggi Alberto ci ha messo lo speck”. 😀
Quindi, se ve lo state chiedendo, la risposta è Sì, potete personalizzarlo, aggiungeteci anche scamorza, o speck, qualsiasi cosa che sia affumicato sta benissimo con il sapore dei carciofi, “dolce un po’ salato” direbbe Pupo, anche il salmone affumicato.
4 Comments
Luisa
15 Aprile 2019 at 10:31
Ho fatto il uo strudel sotto forma di strudelini. chettelodicoaffà, buonerrimo!
E pensa che ho utilizzato sfoglia comprata senza glutine e robiol delattosata( li ho preparati per Rossanina)
Grazie, con le tue ricette non si sbaglia mai.
Valentina
16 Aprile 2019 at 9:18
Che bello!
Rosanna
7 Aprile 2021 at 18:05
Buonissimo!!!
Molto Bello anche per la decorazione
e……Nel forno a microonde invece tempo di cottura?
Grazie Ciao Rosanna
Valentina
8 Aprile 2021 at 8:47
Ciao Rosanna grazie per i complimenti. Nel forno a microonde davvero non so dirtelo, io lo ho a casa ma lo uso solo per scaldare il latte, fare i popcorn e sciogliere il burro perció non so davvero aiutarti non utilizzandolo per cuocere nulla. Mi dispiace non esserti di aiuto.