Lo so… sembrano platesse, in special maniera nella versione chiusa. Ma tagliatelo voi un petto di pollo intero in fettine sottili, e fate in modo che ognuna di esse non assomigli a una platessa sfilettata 😀 Ad ogni buon conto, quando ho inviato la foto del piatto finito nella chat di famiglia su Whatsapp, mia sorella mi ha chiesto che pesce fosse, e quindi ho ritenuto di dover fare questa precisazione all’inizio del post.
Ho trovato questa ricetta su un numero vecchissimo di Cucina Moderna Oro, nel momento in cui, circa un mese fa, ho dovuto mettere mano al mio ripostiglio, lasciato dalla ex donna di servizio simile alle case degli accumulatori seriali. E ho trovato cataste di vecchissimi giornali di cucina, che nel tempo avevo acquistato e messo da parte. Poi che io sia una rincoglionita è cosa oramai acclarata, si dice lontano dagli occhi lontano dal cuore, e non vedendomeli intorno, non ci avevo nemmeno più pensato di averli.
Così dopo una fatica assurda per ripulire il ripostiglio e due visite all’isola ecologica di zona per buttare via la qualunque, mi sono goduta una giornata intera seduta sul divano nuovo a sfogliare tutte quelle riviste dimenticate, e mi sono ritrovata con centinaia di post-it appiccicati per evidenziare quelle che avrei voluto rifare per il blog. E questa è la prima.
Ho sempre lamentato una certa povertà della sezione dei secondi piatti, e così ho scelto diverse ricette che potessi inserire in questa categoria.
Questa delle tasche di pollo ripiene è di una semplicità imbarazzante e la ho preparata il giorno stesso in cui la ho intercettata sulla rivista, avendo in casa tutti gli ingredienti, incluso il gorgonzola che in casa mia non manca MAI!
La ricetta parte come una scaloppina, e termina la cottura con un po’ di vino bianco dopo la sigillatura, per creare il ripieno più scioglievole e cremoso del mondo.
Sono rimasta davvero sorpresa, non tanto dagli abbinamenti di sapori, che insieme sono un matrimonio a 3 perfetto, ma dal fatto che senza nessun triplo salto mortale, le fette si sigillano da sole, dando vita a un piatto che sembra elaborato ma che, credetemi, non lo è.
La sola differenza che la mia ricetta ha rispetto a quella della rivista è che il prosciutto cotto che ho utilizzato io, è quello affumicato di Praga (che di fatto è il solo che entri in casa mia, quello normale non mi piace).