Sul filo del rasoio, sono riuscita a preparare anche la quarta ricetta per Pasqualina Filisdeo, per partecipare al suo mese felice da vincitrice del The Recipe-tionist di Flavia.
Me l’ero scampata anche troppo, nelle 3 ricette precedenti, o come ho detto a Sara, entrambe ci eravamo misurate la palla, nella scelta delle ricette per Pasqualina: ricette salate, di finger food, abbastanza facili, senza ingredienti strani e soprattutto niente dolci,niente glasse, niente anelli microforati, niente centimetri e millimetri da rispettare, niente cioccolato temperato o burri di Normandia.
Dopo aver rifatto oramai mezzo blog di Pasqualina, avevo lo stesso trovato dell’altro da fare per onorarla come vincitrice. E tutto salato, assecondando anche le mie inclinazioni.
Poi lei ha deciso di pubblicare una torta di carote, a suo dire facilissima, che si fa in 5 minuti, si sporca una ciotola sola e riesce sempre. Certo, riesce a chi ha un forno che sia degno di esser chiamato forno. La ho cotta una vita, prima che il mio forno raggiungesse davvero e non a chiacchiere la temperatura impostata, e la ho cotta due volte. Ma questo ve lo dico dopo.
Ora lasciatemi sfogare sul mio forno, anzi i miei forni.
Ho acquistato questa villa in mezzo al niente 6 anni fa. Vivevo sotto le mura del Vaticano, capitemi, al quinto piano e ogni santissimo giorno trascorrevo, come ogni romano che torna a casa da lavoro, dai 30 ai 45 minuti a gironzolare sotto casa alla ricerca di un parcheggio. All’epoca avevamo 3 automobili a seconda di dove si dovesse andare. La Classe A, la Smart e una Y. Capirete che parcheggiare 3 auto era una roba immane. E così decidemmo di pagare il garage a ore sotto casa per parcheggiarle, alla forfettaria cifra di 155 euro ad auto al mese. Dopo alcuni anni, “nun se poteva fà più sta tarantella“, e stanca anche dei rumori, del traffico, ho avuto la malsana idea di vendere la mia casetta e trasferirmi in campagna.
Quando vai via dalla città, qualsiasi posto che abbia un camino o un pezzo di verde davanti ti sembra la Reggia di Caserta, quindi dopo una pausa di un anno in un paesello e in una villetta a schiera, ho rivenduto e mi sono trasferita nella mia villa attuale.
Casa decisamente più grande (quella di Roma era 105 mq, questa 250), mi ha costretta ad andare a comprare nuovi mobili per arredarla. E all’acquisto delle due cucine (ne ho una al piano di sopra che da questo momento in poi definirò la sciccheria, e una al piano di sotto) ho dato il peggio di me. Soprattutto perché, dopo anni di Scavolini, ho deciso di cambiare e farmi fare a mano una cucina in un mobilificio del posto.
Quando il Signor Roberto, un uomo lezioso, col baffetto da sparviero, mi ha vista entrare, mi ha fatto pelo e contropelo, mi ha studiata, e mi ha descritto questa cucina come ultimo ritrovato dell’industria mobiliera.
Oggi lo ucciderei. Non tanto perché già la cucina che uso tutti i giorni è piccola, ma perché sto scemunito mi ha talmente ‘mbriacata di chiacchiere, che mi ritrovo con un piano di appoggio di solo 1 metro lineare, e elettrodomestici assurdi. Una lavastoviglie che si rompe ogni anno, un forno microonde per il cui utilizzo ci vuole una laurea in ingegneria aerospaziale, e un forno che cuoce ad alito. Ogni volta che il Signor Roberto inseriva nel disegno della cucina, fatto a mano, un elemento nuovo, diceva “verrà una sciccheria“, “avete scelto una sciccheria“, “ammazza che sciccheria“.
Ebbene io la sciccheria la odio, ogni paio di giorni vorrei prendesse fuoco per autocombustione, così che io possa tornare a Scavolini. Ho anche provato ad invertire il forno a fiato con quello della cucina al piano di sotto, che non utilizzo solo per motivi logistici, ma che mi risolverebbe tutti i ktm per la mancanza di spazio della sciccheria, ma l’altro forno invece parte a razzo, brucia e lascia tutto crudo dentro.
Insomma, tanti soldi per non avere un caspita di forno decente.
Vi ho raccontato questa cosa perché anche per la torta di carote di Pasqualina, ho avuto difficoltà di cottura. Anzitutto i primi 10 minuti a 190°C previsti nel suo procedimento, sono diventati 10 minuti a 220°C, e i 50 minuti a 180°C, sono diventati 1 ora e 10 a 200°C per tirare fuori una torta praticamente cruda.
Ho dovuto infornarla una seconda volta, in modalità ventilata, per altri 30 minuti a 190°C per avere una torta come in foto, umida ma di fatto ancora un filino indietro. Ma ho preferito restasse così. la ho lasciata raffreddare dentro al forno, non fuori, e così sono stata certa di aver comunque mangiato cose perlomeno cotte.
Inizierò però a mettere i soldi da parte perché il mio prossimo acquisto sarà un forno come Dio comanda, uno che cuocia davvero, che tenga la temperatura, che vada a temperatura, che abbia tutte le funzioni per una rimbambita come me, e che abbia anche la cottura a vapore e dei gradi più alti per cuocere magari anche la pizza. Vedremo cosa riesco a racimolare. Nel frattempo, niente più torte.
12 Comments
Cristiana
15 Febbraio 2019 at 20:24
Allora tu vieni a cuocere da me ed io vengo da te a farmi foto!
Pellegrina
16 Febbraio 2019 at 13:20
Di tutta la tua sventurata storia mi è rimasta in mente solo l’espressione « due cucine ». Io ho una parete attrezzata ////:.
Con tutti i migliori auguri per il tuo nuovo forno, che dire, a me la torta di carote proprio non m’ha mai convinto, non importa la ricetta. Ma come per te la goduria sta nei polli con la panna che gorgoglia da tutte le parti, per me ci vuole un profiterol, un mont-blanc, una bûche…
Ciò detto, la prossima volta che mi vieni dietro casa (p.zza Vittorio) se ti palesi prima, e se ti va, potremmo fare un giro per spezie insieme: sono certa che tutti i banchi e i negozi li conosci meglio di me.
Valentina
16 Febbraio 2019 at 13:22
Con moltissimo piacere
Pellegrina
16 Febbraio 2019 at 17:29
Ti aspetto, allora.
Pasqualina Filisdeo
18 Febbraio 2019 at 20:03
Hai una “ciorta” incredibile! La torta più semplice del mondo che diventa un calvario! Garantisco che con forno adeguato è molto buona e si cuoce in massimo 60 minuti. Dai, butta il forno e prendine uno performante! Con le mani d’oro che hai sai che godurie riuscirai a sfornare! Un paio di Ktm e fai volare questo fornaccio. Non ti merita… 😂😂😂 In ogni modo ti ringrazio infinitamente per tutti i contributi che mi hai regalato. Passerò alla storia per la meno replicata del gioco ma passerò anche alla storia per la più “onorata” da te. Il che mi basta. Ho sempre puntato sulla qualità. E continuo ad essere coerente. ❤️
Valentina
19 Febbraio 2019 at 9:12
Che bel commento, grazie Pasqualina. Sei una vera amica.
Elisa Baker
20 Febbraio 2019 at 10:15
Ho la pagina del pc aperta qui su questo post da venerdì …ma ci sono arrivata! Non dico finalmente, solo perché quello appena trascorso è stato uno dei miei weekend più memorabili e lo sarebbe stato di più se ci fossi stata pure tu (ora ti tocca aspettare i miei 90 anni ahahahahhahah). Come ho già scritto questa di Pasqualina è una delle ricette che ho amato da subito, per la sua bontà e semplicità di esecuzione… insomma mia cara hai saputo scegliere bene anche questa volta.. Baci
Daniela
20 Aprile 2020 at 22:46
Ciao ho fatto la tua stessa torta e stasera appena fredda poi ho deciso di mangiarla ma e’ molto umida io l’ho lasciata 35/40 minuti in cottura… ma non mi sembra cotto e troppo umida la torta uff… 🤔 Ti mando la foto tu cosa ne pensi!?
Valentina
20 Aprile 2020 at 22:52
Ciao Daniela non visualizzo la foto ma posso dirti a prescindere da tutto che quando si segue una ricetta la sola cosa da non tenere in consideraziome tipo Bibbia sono i tempi di cottura. Questo perche ogni forno ha una vita propria, i suoi tempi di cottura sia per raggiungere la temperatura che per cuocere. Ognuno conosce il proprio forno e per questo se a me 35 minuti bastano a qualcuno ne possono occorrere solo 20 (tipo mia sorella) e a qualche altro anche fino ad 1 ora. La torta é cmq morbida di “stirpe”.
Valentina
21 Aprile 2020 at 8:10
Ad ogni modo anche io ho avuto estrema difficoltà di esecuzione a prepararla, dopo oltre 1 ora la prima volta era praticamente cruda e collassata. Io ho cmq un forno che non mi ha mai accontentata, credo che dipenda proprio come ti dicevo dal forno, che ognuno conosce come i propri polli.
Valentina
21 Aprile 2020 at 8:10
Ad ogni modo, se guardi la ricetta, io ho cotto circa 75 MINUTI, tra le due gradazioni diverse.
Francesca
30 Novembre 2020 at 21:53
Questa torta è davvero meravigliosamente ben equilibrata! L’ho fatta ieri e ora, che sto masticando l’ultimo bocconcino avanzato, devo dire che anche the day after conserva quella morbidezza e quella pastosità mentre mastichi che ti fa voglia di rifarla subito! Personalmente ho dimezzato la dose di zucchero e sostituito quello bianco con quello grezzo di canna, quindi la superfice è diventata quasi caramellata. Per il resto, le dosi sono tutte perfette, finalmente! (e anche i tempi di cottura… 😉 … per qual che mi riguarda, si sono rivelate azzeccate!).
Grazie! Bella ricetta. ne proverò altre dal blog…
Un saluto da Pordenone
Francesca