Qualche mese fa sulla bacheca di Marco Bianchi, il foodblogger (?), cuoco (?), chef (?), naturopata (?) (ma che mestiere fa Marco Bianchi?), insomma sulla sua pagina Instagram capitatami sotto il naso sbirciando annoiata nella sezione Esplora, ho visto dei cubotti di ricotta e gocce di cioccolato meravigliosi e golosissimi, belli alti, compatti, ma gialli. Ricetta non pervenuta per come la intendo io (pur se breve deve essere dettagliata, cazzo), centinaia di domande inevase nei commenti, dal come fosse possibile ottenere un colore così paglierino senza le uova, ai tempi di cottura, alle dimensioni dello stampo da usare per avere cubetti alti tanto quanto i suoi, per le dosi indicate. Diciamocelo, quando si mette una ricetta, scrivere le dimensioni dello stampo da usare, o la modalità del forno per la cottura (statica, ventilata, solo sotto, vapore, grill) non vi cambia la vita, ma la semplifica a quei poveracci tipo me che la vorrebbero rifare senza scomodare Einstein o matematici di turno per calcolare i volumi delle teglie. Già stiamo a combattere con Instagram e il suo indecifrabile algoritmo, convincendoci che oggi serve commentare brevemente, e domani che si deve fare il giro hashtag entro venti minuti dalla pubblicazione.
Avevo rimosso questa ricetta nell’attesa che il famosissimo e sorridentissimo Marco Bianchi si decidesse a rispondere, quando qualche giorno fa una ragazza ha risposto al mio commento sotto quella sua foto per chiedermi se in qualche maniera ero riuscita ad arrivare alle misure della teglia da usare… e mi è risalito il carognone.
Così ho fatto qualche ricerca perché oramai io una torta con la ricotta la volevo fare. Già non la amo, poi ne avevo comprata in eccesso casomai non mi venisse bene al primo colpo la pastiera col kit di Chirico, insomma, ho trovato la ricetta facilissima della torta di ricotta con gocce di cioccolato, con le uova dentro, e glutenfree, di Cuginando, profilo scoperto su Instagram. Ed è stata un successo.
Fecola di patate e gocce di cioccolato ne avevo in quantità, avendo appena ricevuto il megagalattico kit del ghiottone regalo di San Martino, ricotta presente, uova pure, giusto il tempo di scendere e comprare una tavoletta di Galak per fare i ghirigori (orribili fatti da me) di cioccolato bianco in superficie, e la torta era in forno. Un profumo esagerato, mi dovete credere, una consistenza indescrivibile, e una pioggia torrenziale fuori, perché la sottoscritta aveva mangiato la quantità di ricotta che di solito mangio in 8 mesi.
Io già coi dolci vado poco d’accordo, avendo poi dovuto togliere il glutine dalla mia vita, ho dovuto rinunciare ai soli che mangiavo, babà, pastiera, pandoro, sfogliatella… Per fortuna con la fecola di patate, che a casa mia non manca mai, e con gocce che non sappiano di stantìo (succede se i prodotti li comprate di scarsa qualità), si riescono almeno a sfornare torte come questa, che possono soddisfare i cali glicemici di chi, come me, non mangia glutine, e respinge con tutte le forze quei mix di polveri, per dolci o per tutto. Ho abusato di glutine per 41 anni, non cambio idea in un anno e mezzo facendomi piacere surrogati wannabe.
Tutti i prodotti San Martino sono senza glutine, con loro vado sul sicuro. Mi direte, ma la fecola è di suo senza glutine… sissignore, ma lo sapete che noi celiaci dobbiamo stare attenti anche al lievito? Perché mica è detto che sia senza glutine! Con San Martino io invece vado sicura. In questo caso ho utilizzato il marchio BioSun, prodotto dalla medesima azienda, biologico ed organico.