Mia cugina Eleonora è la sola che abbia avuto il “genio” in tanti anni di segnarsi su un quadernetto la ricetta di questi biscotti che preparava mia nonna. E forse era anche la sola che per più di una volta ha assistito alla loro preparazione, perché tra di noi era la più piccola ed ancora più servizievole. Era anche colei che assisteva mia nonna quando iniziava il rituale dei panzerotti, suddividendo le diverse varietà e facendo in modo che non si sbagliasse a fare i vari vassoietti.
Sta di fatto che a lungo mia cugina mi ha proibito di pubblicare la ricetta sul blog, ma a sto giro, quando le ho chiesto la ricetta, il divieto non è arrivato, e suo padre, mio zio Rino, invece è d’accordo che io pubblichi le ricette di casa, perché ne resta una traccia e poi perché gli piace leggere i “fatterelli” dei vari ricordi o momenti di vita, così come li racconto io. E così, quando ho ricevuto via Whatsapp le fotografie della pagina del suo ricettario con questa ricetta, con un grado di difficoltà assegnato in 4 papere (me la devi spiegare questa, Leo), mi sono messa subito all’opera.
Ho ridotto a metà le quantità indicate, 1 kg di farina e 6 uova per me erano davvero troppo, soprattutto in questa casa che attende una chirurgia bariatrica in un paio di mesi e in cui vige un regime dietetico spinto. E comunque non mi sono venuti uguali ai suoi (sotto in foto come dovrebbero essere, scatto di mia cugina Eleonora).
Non ricordo esattamente perché mia nonna iniziò a preparare questi “taralli”, come li chiamava lei. So di certo che furono la sua bandiera bianca di chi si arrende, dopo anni di lotta con mio padre che le diceva che i Roccocò non li sapeva fare, trovandoli sempre mosci. E volle continuare ad utilizzare una forma tonda e arrotolata, per creare invece dei semplicissimi biscottoni da inzuppo, che avendo il buco chiamava taralli. A dire il vero il buco dei taralli di mia nonna non era attraversabile col dito, a differenza dei miei.
Io non lo so cosa ho sbagliato, anche perché durante la fase di formatura dei biscotti, ho mandato le foto a mia cugina, e mi ha detto che erano perfetti. Ma non si sono gonfiati tanto da far chiudere il foro centrale. Pane Angeli fallato? Forse. Poco? Ma non penso, 1 bustina intera su mezzo chilo di farina per me era anche troppo. Comunque se a voi, brave con la frolla, il buco si chiude, sappiate che avete fatto i taralli di mia nonna come gli originali.
Mia nonna preparava durante le feste di Natale centinaia di questi biscottoni, li faceva raffreddare e li riponeva in tante scatole di latta, negli sportelli in basso dei mobili della sala da pranzo. Chiunque andasse a trovarla, dai suoi figli ai nipoti, in caso di calo glicemico, magari non trovava Nutella o brioscine, ma sapeva che aprendo quegli sportelli, un “tarallo” lo avrebbe trovato. Sempre fragrante, dopo settimane. E se per caso ti trovavi a dormire da lei, la tazza di latte caldo con due taralli era l’equivalente delle corroboranti colazioni di oggi… ma sapeva più di casa.
Mia nonna era una amante della Vanillina, e mi sono trovata sorpresa a vedere che in questa ricetta non la abbia utilizzata. Ma anche se la avessi trovata tra gli ingredienti, la avrei omessa. I biscotti hanno lo stesso identico sapore di quelli di mia nonna, solo la forma cambia, come vi ho già scritto, ma forse è anche giusto che gli originali restino un ricordo ad appannaggio solo di coloro che hanno avuto la fortuna di assaggiare gli originali.
Dedico questo post quindi a tutti i suoi nipoti: Paola, Pit, Michele, Alfredo, Guglielmo, Bio, Eleonora, Luca, Arlete, Elettra, Eleonora Daphne, Vittoria, Chiara, Josefa, Josè, Aisha Zelda e Raphael … e a me.
Luisa Sorrentino, autrice del blog Ricettelle, ha provato a fare i taralli dolci di nonna, ottenendoli identici ai suoi anche nella forma, cosa che non è riuscita a me. E partecipa anche con questi al mio mese da vincitrice per la seconda volta del The Recipe-tionist. Potete vedere i suoi cliccando qui.
4 Comments
simona milani
10 Novembre 2018 at 9:57
Che bello ricordare le nostre amate nonne, attraverso le loro ricette….secondo me le ricette del ricordo hanno quel qualcosa in più che le rende uniche ed eccezionali <3
Ti abbraccio
Katia Zanghi’
10 Novembre 2018 at 21:05
Spero di riuscire a commentare. È il secondo tentativo. Voglio rifarli, anche se non so a quali assomiglieranno di più ,se ai tuoi o a quelli di tua nonna. Penso che le nonne non vadano mai via davvero, quando ci lasciano ricordi così teneri.
Un abbraccio, Vale.
Arlete
5 Dicembre 2018 at 6:14
E niente, oggi, mi metto a farli, spero di rendere Nonna orgogliosa e farli bene. Grazie Vale!
Valentina
5 Dicembre 2018 at 6:15
Vedrai di si!