Per souvlaki si intende uno spiedino grigliato, costituito da carne, a volte “assoluta” e altre volte alternata a verdure. Sono monotematici: di pollo, o di maiale, o di agnello, o di vitello o di pesce spada, non si mescolano pezzi di carne diversa tra loro, e non ci sono pezzi di salsiccia o di pancetta, il che li rende anche più light rispetto ai nostri spiedini di carne.
I souvlaki sono tipici della cucina greca e possono essere sia un secondo piatto (souvlaki merida), accompagnati da Tzatziki e da insalata greca o da patatine fritte oppure, se tolti dallo spiedino e messi dentro il pane souvlaki pita, costituiscono un delizioso e sostanzioso cibo di strada. Il re dello street food greco, oserei definirli.
Il termine souvlaki indica comunemente il tipo di presentazione e di cottura, da “souvla” che in greco significa spiedo, anche se nella zona di Atene si usa il termine kalamaki per indicare i souvlaki di carne.
Nella parte nord della Grecia e nelle isole maggiori (Cefalonia, Zante, Corfù, Lefkada) per Souvlaki si intende solo ed unicamente lo spiedino, mentre ovunque, e soprattutto dove il turismo impera, per souvlaki si intende proprio la pita riempita e farcita.
I souvlaki sono un piatto antichissimo, probabilmente risalente al 1700 a.C., infatti alcuni scavi effettuati sull’isola di Santorini hanno portato alla luce un rudimentale sistema di barbecue composto da due piastre di pietra, che messe parallelamente e appoggiate sopra il fuoco facevano da base per gli spiedini. Si differenziano dai nostri spiedini perché sono più lunghi e più stretti.
La versione più semplice da preparare per il barbecue sono gli spiedini di maiale, che sono anche quelli maggiormente adorati dai greci. Che siano di maiale o di agnello o di pollo, i souvlaki a fine cottura si condiscono con qualche goccia di limone e origano secco.
Nel caso specifico del gyros, la pita si riempie di solito con pomodori tagliati a fette, un po’ di cipolla ed una cucchiaiata di tzatziki. Anche se poi alla fine il ripieno, oltre alla carne, dipende molto dal gusto personale.
Fatta tutta questa bella premessa, ho preparato per la prima volta i souvlaki a casa, giorni fa. Dovevo inaugurare il Lotus Grill appena ricevuto in regalo, e così, avendo anche dei petti di pollo piccoli e soffici in frigorifero, ho pensato di preparare questo piatto greco, simbolo del mio nuovo amore per questa cucina mediterranea.
A differenza della preparazione greca, anche presente sul libro di Vefa, mi sono lasciata ingolosire da una marinatura più prolungata e “succulenta”, aggiungendo al solo olio previsto originariamente con tutti gli aromi freschi ed il limone, anche dello yogurt greco. Il risultato è stato un pollo che, nonostante fosse stato grigliato, si scioglieva in bocca, e che ha assunto anche al cuore, tutti i profumi presenti nella marinata.
E con l’occasione, avendo acquistato un barattolo da 1 litro di Fage, ho preparato lo Tzatziki per la prima volta nella mia vita. E’ delizioso, anche se non ho ancora capito come gestire l’aglio e l’alito che ti resta per i due giorni successivi, e con il quale sto ancora ammazzando le cimici!
5 Comments
Luisa
16 Aprile 2018 at 3:56
Ohhhh Valentina! Buoni e belli, i tuoi souvlakia!
Come diceva una persona speciale, Marco Cansado di Coquinaria, la Grecia, quando non ci sei, ti fa male. È proprio così! Sono stata soltanto una volta a Corfù( Kerkyra), e per appena dieci giorni, eppure desidero fortissimamente tornarci!
Valentina
16 Aprile 2018 at 6:50
Io non li avevo mai assaggiati, così come mai sono stata in Grecia, ma sento di avere delle affinità elettive con quei posti e quella cucina, perciò spero a breve di riuscire a trascorrerci qualche giorno, magari non nel caos estivo!
Luisa
16 Aprile 2018 at 12:44
Ecco, sì,in estate te la godresti meno, anche se francamente credo che, almeno per l’isola diCorfù, bypassando le settimane a ridosso di ferragosto,ci si sta bene comunque. Noi in dieci giorni l’ abbiamo girata in lungo e in largo, fermandoci ad ogni spiaggia ci colpisse ed inoltrandoci nella zona collinare, dove a c..o abbiamo trovato una trattoria non turistica e abbiamo conosciuto un Pope.
Pellegrina
22 Aprile 2018 at 22:15
Un mio amico usava l’aglio in polvere e veniva delizioso. Non l’avrei mai detto perché sono poco amante dei prodotti conservati, ma in questo caso funzionava e senza lasciare tracce. Vero è che ci faccio poco caso.
Valentina
23 Aprile 2018 at 7:27
Mi sono piaciuti tantissimo, e voglio rifarli al più presto, utilizzando a questo punto l’aglio in polvere, come suggerisci tu. Ti faccio sapere 🙂